Disegno da quando ho quattro anni, e questo non è un ricordo ma un racconto familiare con tanto di prove documentarie: trattasi di un disegno a colori, fatto con i pennarelli, che raffigura un uomo che porta sulle spalle un oggetto in cui gli adulti di famiglia riconobbero, senza alcun dubbio, una cassetta di frutta e verdura. Il disegno fu un tale motivo di orgoglio familiare che decisero di scriverci nome dell'”artista” e data: Francesca, 1974.
Ma il primo ricordo, vero e proprio, di pittura risale a diversi anni dopo ed è l’odore della trementina che scioglie i colori ad olio e mi aiuta a mescolarli. I primi colori ad olio li acquisto grazie all’insegnante di arte delle scuole medie primarie: ho dodici anni, devo rinunciare alla danza classica per motivi di salute, e arriva la pittura, scoperta e innamoramento. Ed è un ricordo nel ricordo, perché so che quell’odore, che la tela a cui lavoro emana per giorni, riporta indietro nel tempo anche mia madre: a casa i numerosi quadri appesi sono del nonno materno, il nonno pittore, che non conoscerò mai: “devi aver ereditato da lui l’interesse per la pittura”. Questa volta le dichiarazioni familiari assomigliano meno all’orgoglio, di più alla preoccupazione … I quadri a casa sono tutti, o quasi, paesaggi umbri e toscani. Sono tutti, o quasi, ad olio; ce ne sono tre, in particolare diversi dagli altri: “quelli cosa sono?”, “acquerelli, sono acquerelli, belli vero? a tuo nonno ogni tanto piaceva lavorare anche con l’acqua”…
Durante il liceo classico a Padova, perché io possa appoggiare e consultare più facilmente i vocabolari di latino e greco, papà assembla un leggio in legno su cui disegno a matita storie, persone, momenti. E ogni disegno è pausa dallo studio o urgenza di idee. Un leggio illustrato, il diario scolastico e lo studio della storia dell’arte per tenere presente che il tormento della scelta tra gli studi artistici o quelli classici tornerà, di nuovo, appena presa la maturità.
Quell’estate, l’estate del 1989, non scelgo di fare architettura, in verità scelgo Venezia: dopo la laurea in Architettura, conseguo il Dottorato di ricerca in Urbanistica all’Istituto Universitario di Venezia con una ricerca sulla rappresentazione della città contemporanea, e quando decido di chiudere l’esperienza lavorativa universitaria, per occuparmi di me e tessere nuove trame professionali, ho già ripreso a dipingere e la ripartenza è stata l’acqua.
“Tecnica minore” è il titolo di una piccola mostra collettiva di acquerelli a cui partecipo nel 2008, a Padova, dove lo stesso anno tengo il primo corso di pittura ad acquerello e di pittura astratta. Il primo di una lunga serie. Accade così, in quegli anni e per lo più a mia insaputa, che lo studio e la ricerca, le esperienze lavorative, le amicizie, le diagnosi, le relazioni personali e professionali, gli insegnanti, i progetti, le letture e gli incontri fluiscano, fino ad assemblarsi e configurarsi come Formazione.
L’acquerello è una tecnica pittorica che consiste nell’utilizzo di pigmenti mescolati con gomma arabica e diluiti con l’acqua. L’acqua è il così detto “medium” ciò che sta-in-mezzo, ovvero separa e lega, distingue e confonde, si espande e si ritrae. E io chi sono?
Potrei cominciare con il dire che il disegno e la pittura sono il mio medium e che non riesco a separare il desiderio di dipingere da quello di formare al disegno, alla pittura e alla creatività.
In sintesi, il mio nome è Francesca, Architetto, Dottore di Ricerca, Formatore libero professionista, aderisco all’ASSOCIAZIONE ITALIANA FORMATORI – AIF . Trovi i miei lavori ad acquerello in Balthasart. Quanto al resto … clicca qui!